Читать книгу: «Sperduti nel buio: Dramma in tre atti», страница 2
SCENA III
FRANZ, NUNZIO, EMILIA
Franz
Che si possano rompere le gambe! (Apre in dentro l'uscio di vetro della bottega, e socchiude dal di fuori i battenti di legno.) Nunzio, vattene a letto. (Accende due mozziconi di steariche in due piccoli candelieri che sono sul comptoir. Si rivolge intanto a Emilia:) E tu, non lo vedi che sto sfacchinando come al solito? Metti almeno a posto sulle scansie questi liquori, questi pasticcini; lavami quei bicchieri…
Emilia
Ho sonno. Sono stanca.
Franz
Di che? Se non fai mai niente!
Emilia
Secondo te.
Franz
(portando in giro uno dei due mozziconi accesi procede alla pulizia. Cava fuori dal retrobottega una scopa, un recipiente d'acqua e una manata di segatura.) Stai di giorno e di notte su questo pulpito come un pappagallo sulla pappagalliera.
Emilia
Lo vuoi tu che io ci stia.
Franz
Non sei buona che a pettinarti e metterti il negrofumo sotto gli occhi.
Emilia
(senza alterarsi, mollemente) E anche questo serve alla bottega! Non è forse per la bottega che ti sei ammogliato un'altra volta?
Franz
(con brutalità) Mi sono ammogliato per… Uhm! (Battendo la bocca con la mano, ingoia il resto. Indi, a Nunzio, irritandosi della sua presenza e scuotendolo) Ma tu che fai qui come un palo?
Nunzio
(con estrema mitezza) Ve lo dissi ieri: ora che è inverno, in quel retrobottega non ci posso dormire. È umido come una grotta. Per questo ci tenete i vini.
Franz
(spargendo a terra la segatura e l'acqua) Ma che vuoi andare a dormire al Grand Hôtel? O vorresti accomodarti qua sopra (indicando il soffitto) con me e con la mia signora, maledetto il diavolo, nell'unicissima stanza che abbiamo per dimorare?
Nunzio
Con pochi soldi potrei andare a dormire fuori.
Franz
E chi ti ci accompagnerebbe, di nottetempo? Io?.. E in conclusione, dopo lo sbattimento della bottega, io dovrei fare il servitore a te come lo faccio a tant'altra canaglia. I soldi dovrei sborsarli anch'io, e così sempre in avanti allegramente. Mi costi già troppo e molto, pezzo d'asino! Gli occhi per vedere non li hai; ma la bocca per mangiare sì. Essere cieco! Un mestiere bellissimo! Mangiare, bere e dormire con la borsa degli altri! Non c'è moralità, sangue di Bacco, non c'è moralità!
Nunzio
(sempre più mite) E dunque io non voglio più esservi di peso. Datemi licenza, e ognuno per sè, Dio per tutti.
Franz
Ma che bestemmi? Sei ubbriaco o scherzi?
Nunzio
Ubbriaco non sono… E vi sembra che proprio io possa scherzare?
Franz
Tu, come una bestia tartaruga, non puoi fare da solo nemmeno due passi, e avresti poi lo stomaco di metterti a vagabondeggiare per il mondo?
Nunzio
La Provvidenza forse mi aiuterebbe…
Franz
(scoppiando) Ah, farabutto ingrato! (Rivolgendosi a Emilia e dando al comptoir un colpo con la scopa:) Hai sentito che cosa si fa uscire dall'anima questo melenso traditore?
Emilia
(si sveglia di soprassalto e discende dal comptoir) Che ha detto? Che ha detto?
Franz
Eh già, tu avevi la testa a Pechino!
Emilia
Io m'ero addormentata, ecco! Si può sapere che ha detto?
Franz
Ha detto che egli ci disprezza!
Emilia
Ci disprezza?!
Nunzio
Ma no: questo non l'ho detto.
Franz
Ci disprezza, sì, ci disprezza e se ne impipa di noi! Se ne vuole andare!
Emilia
Ben ti sta. Chi se l'è cresciuta in casa questa vipera? Io ce l'ho trovata. Vuole andarsene? Per me, padronissimo. Io gliel'aprirei subito la porta.
Franz
(facendole un gesto affinchè ella non continui) Tu gliel'apriresti subito la porta, ma io no, perchè sono troppo perfetto e quando ho stabilito per legge e regola nella mia coscienza di fare una buonissima azione, io la faccio per marciare sempre dritto in avanti a fronte altissima. (S'avvicina a Nunzio, gli calca un braccio sulla nuca in segno d'autorità e gli dice cupamente:) Io poi, per farti capire, ti consiglio di non inalberare tanta presunzione, perchè dàgli e dàgli, il sangue mi si mette in ebollizione e non so quello che può succedere!
Nunzio
Ahi! Ci avete le spine nel braccio!
Franz
Pochi discorsi per conchiudere, e va a letto, marmotta! (Gli dà uno spintone.)
Nunzio
(camminando incerto, a tentoni, entra nel retrobottega.)
SCENA IV
EMILIA e FRANZ
Emilia
(scrollando il capo) Bel mobile!
Franz
(avvicinandosi a lei ed ammonendola a voce bassa) Ma un altro suonatore di pianoforte a tutte le ore, meno di cinque o sei lire al giorno non ci costerebbe. (Continuando a spazzare e accumulando man mano la segatura bagnata fuori dell'uscio) Ricòrdati questo, e rispetta l'essenziale del bilancio, che è la prima particolarità dell'esercizio.
Emilia
(alzando un po' la gonna e sollevandosi sulla punta dei piedini ben calzati per iscansare quella poltiglia) Bada che m'insudici.
Franz
Potresti risparmiare tutto questo lusso buffonesco di scarpe e di calze per la bottega. I piedi nessuno te li vede.
Emilia
Li vedono, li vedono! (Piglia una sedia e siede dove il pavimento è già pulito.)
Franz
Ma è gentaccia che non se ne intende. In Egitto, sì che se ne intendevano.
Emilia
Non cominciare ad affliggermi, adesso, con la tua prima moglie!
Franz
Ne sei gelosa?
Emilia
Neanche se fosse viva!
Franz
Era più bella di te, per Satanasso!
Emilia
Sì, ma… molti anni di navigazione!
Franz
Quando la conobbi io al Cairo, era perfettissima.
Emilia
Me l'immagino!
Franz
Con me si maritò per sentimento amoroso, e per di più mi portò i quattrini.
Emilia
(accennando col dito pollice della destra verso il retrobottega) Ti portò anche un figlio, bello e fatto!
Franz
(lascia la scopa e corre a metterle una mano sulla bocca, guardandola ferocemente e parlandole con una voce rabbiosa e sommessa) Che scopo c'è, pettegola maligna, di far sentire al cieco queste porcherie? Mi faresti venire il prurito maledettissimo di ammaccarti la faccia.
Emilia
(cercando di parlare sotto la stretta della mano) Fàllo, fàllo!
Franz
(in un impulso bestiale) Invece, no: per dispetto, te la voglio baciare.
Emilia
(sottraendosi al bacio e respingendolo) Questo poi non lo voglio io!
SCENA V
FRANZ, EMILIA, PAOLINA, MILONE e la voce di NUNZIO
Paolina
(entrando di corsa affannosamente) Mi vogliono prendere! Mi vogliono prendere! Mi vogliono bastonare! Fatemi nascondere!..
Franz
Chi ti vuol prendere?
Paolina
Mi vogliono prendere quelli della polizia.
Franz
Io non permetto il ricovero dei malviventi mascalzoni in casa mia. Fuori! Fuori!
Milone
(un uomo robusto, ma agile, mustacchi alla militare, zigomi sporgenti, occhi incavati, calzoni e giacca neri – entra anche lui correndo e, tranquillo, si ferma di botto a poca distanza da Paolina, in un atteggiamento più da burlone che da poliziotto) Credevi di essermi sfuggita, credevi?.. Vi saluto, Franz! Vi saluto, signora!
Franz
Servo vostro, brigadiere!
Milone
(a Paolina:) Ma io ci vedo anche all'oscuro, come i gatti. E qui dentro sei in trappola, malandrina!
Paolina
(tremando tutta, si rimpicciolisce come se volesse sparire e cerca il riparo di qualche sedia o di qualche tavolino.)
Emilia
Voleva che la nascondessimo noi, la sciocca!
Paolina
Io non so niente! Io non ho visto niente! Lasciatemi andare…
Milone
Dove vuoi andare? In galera? (Sulla soglia della bottega, rivolto alla strada, ordina:) Non vi movete di qui voi due. Ora sapremo qualche cosa di preciso. (Chiude l'uscio di legno e torna a Paolina.) Dunque, facevi il palo2 allo sbocco del vico Ronciglio quando quei due manigoldi che sono scappati consumavano la grassazione. Il signore che è stato derubato e che ha avuto anche un colpo di mazza alla regione frontale – ferita guaribile dopo il quinto giorno – dieci minuti fa, all'ospedale dei Pellegrini, ha dichiarato che… «nel mentre due sconosciuti lo aggredivano, una ragazza scalza, che poco prima gli aveva domandata l'elemosina, era fermata sotto il fanale all'angolo del vicolo.»
Franz
Santo Dio! Dove siamo arrivati!
Milone
(a Paolina:) Che tu bazzicassi con una combriccola di malfattori, lo sospettavo.
Emilia
(siede nel mezzo della bottega per ascoltare.)
Franz
(ostentando di non interessarsi alla cosa per discrezione, continua a pulire e a mettere in assetto bicchieri, bottiglie ed altro.)
Milone
Ma che già facessi il palo ai grassatori della combriccola, l'ho saputo in questa occasione e ne ho piacere, perchè ti tengo nelle mani e, se non mi dici chi erano quei due galantuomini, ti tiro il collo come a una gallina.
Paolina
Io non so niente, non so niente! Non ho visto niente.
Milone
(alzando il grosso bastone nodoso) Pensa a quello che fai, ragazzina!
Paolina
E se mi battete, sempre lo stesso è. Io sono una povera pezzentella. Da me, che ne volete?
Milone
(rivolgendosi un po' a Franz e a Emilia:) E poi il torto è nostro, e si dice che maltrattiamo la gente, che facciamo le sevizie, che commettiamo abusi, che questo, che quello…
Emilia
(a Paolina:) Ma non essere così cocciuta! È anche una vergogna alla tua età! Digli ciò che vuole sapere, e lui te ne manda subito per i fatti tuoi. (Guardando Milone, fa una smorfietta significativa come per dire: «lasciateglielo credere».)
Franz
(autorevolmente) Zittisci tu, Emilia! Non t'introdurre in faccende che non riguardano l'esercizio del locale.
Emilia
Ma questo è nostro domicilio, mio caro.
Franz
Il domicilio è una cosa e la giustizia è un'altra! (Dall'alto del comptoir, ripone sulla scansia pasticcini e liquori.)
Milone
(a Emilia:) Scusate, signora, mi sbrigo subito.
Franz
(a Milone:) Procedete innanzi comodamente con la legge in mano e non vi fate scomporre dalle circostanze.
Milone
(a Paolina:) Tu approfitti perchè sei femmina e sei ragazza, ma se credi che non ti faccia sputare quello che hai in corpo, significa che non hai capito bene chi sono io. (Le afferra i polsi, li riunisce e glieli stringe in una sola mano come in una morsa.)
Paolina
Mi fate male! Mi fate male!
Milone
(tenendole sempre i polsi e facendola retrocedere, alza il bastone come per essere pronto a colpirla.) Parla, dunque.
Paolina
Abbiate compassione! Mi fate male!
Milone
Parla! Come si chiamano i due grassatori? Parla! Parla! (La incalza, spingendola fin dietro il pilastro.)
(Spariscono tutti e due. Si odono i gridi di lei.)
La voce di Nunzio
Che è accaduto? Chi è che strilla così?
Franz
(che è tutt'ora intento alla bisogna) Dormi tu, ficcanaso! Dormi!
Paolina
(di dietro il pilastro) Parlerò! Parlerò! Ma non mi fate morire! Si chiamano Pasquale Icardi e Ignazio Tucci.
Milone
Finalmente!
Paolina
(vien fuori, spinta con violenza da Milone. È tutta indolenzita ed affranta. Stringe le braccia incrociate sul corpicino malconcio) Che dolore! Che dolore! Un poco d'acqua… Voglio bere… Un poco d'acqua.
Emilia
Aspetta che ci penso io. (Versa in un bicchiere il fondo di una bottiglia di gazosa.) Così, un'altra volta imparerai a rispettare le autorità. (Offrendo) Prendi. Bevi. Questo è meglio dell'acqua. Noi siamo gente di cuore.
Paolina
(beve.)
Franz
Dare a bere agli assetati!
Milone
(dopo aver segnato in un taccuino i due nomi) Ed ora, se non ne vuoi ancora, (fa il gesto delle busse) rispondi svelta.
Emilia
Svelta, svelta, ragazza, chè il tempo costa caro.
Franz
(a Emilia:) Tu, vieni a fare i conti della serata, se non è troppo incomodo anche questo. Noiosa, noiosissima! Senza educazione e senza etichetta!
Emilia
Hai voglia di litigare, stanotte.
Franz
E tu, no?
(Emilia riprende posto sul comptoir, e gli conta il denaro e gli dà chiarimenti. Egli, con un registro aperto, segna e riscontra.)
Milone
(a Paolina:) Dunque, Pasquale Icardi e Ignazio Tucci devono appartenere all'associazione detta del «Mare Morto».
Paolina
Questo, giuro che non lo so.
Milone
Lo so io. In che luogo si sono andati a rimpiattare dopo l'aggressione?
Paolina
Non capisco.
Milone
Dove si sono andati a nascondere? In casa di chi?
Paolina
Non me l'hanno detto.
Milone
(mostrando il bastone) Rispondi.
Paolina
Pasquale Icardi ha la sua innamorata al Vicolo Terzo Duchesca.
Milone
Numero?
Paolina
Numero sette.
Milone
(piglia nota nel taccuino.)
Franz
(a Emilia:) Ma non te l'ho forse decretato che qui non si fa credenza, demonio cane, nemmeno allo Zar di Russia? La consumazione si paga al momento, e anche prima!
Emilia
Luigino Cardone è borsa sicura.
Franz
È un bellimbusto effemminatissimo, che ti fa gli occhi di triglia, sfacciata che sei!
Emilia
(freddamente) Già, ma se pagasse il doppio, non mi chiameresti più sfacciata.
Franz
Silenzio!
Milone
(a Paolina:) E di': quando fai il palo, che compenso hai?
Paolina
Non capisco.
Milone
Insomma: che cosa guadagni?
Paolina
Che ho da guadagnare? Ignazio Tucci, il compagno di Pasquale Icardi, mi protegge.
Milone
Contro di chi ti protegge?
Paolina
Eh! Se fosse stato qua lui!
Milone
Se fosse stato qua?..
Paolina
Non le avrei avute tante mazzate.
Milone
Ne sei sicura?
Paolina
(convinta) Sissignore. E proteggeva anche mamma mia!
Milone
Dove sta mamma tua?
Paolina
Al camposanto sta.
Milone
E chi era? Che nome aveva?
Paolina
Maria Fiore si chiamava.
Milone
Mendicante?
Paolina
Nossignore.
Milone
Operaia?
Paolina
Nossignore.
Milone
… Ho capito…
Paolina
Sissignore.
(Breve pausa.)
Milone
E per quali strade si aggirava? Per quali strade si poteva incontrare?
Paolina
Che vi posso dire? Io stavo a casa.
Milone
Con chi?
Paolina
Con nessuno. Stavo sola.
Milone
E dove era questa casa?
Paolina
Lontano. A Pontenuovo era.
Milone
Ed è là che veniva qualche volta Ignazio Tucci?
Paolina
Sissignore.
Milone
(piglia nota nel taccuino.)
Franz
(a Emilia:) È inutile, sangue di Giuda! Sempre diciassette soldi mancano!
Emilia
E vuoi che me li sia mangiati? (Si alza e va ad ascoltare.)
Milone
E adesso dove abita, lui?
Paolina
(tremando) Che vi posso dire?
Milone
Ricominciamo da capo?
Paolina
Ma io… io… (prorompe fervidamente) io gliel'ho promesso dinanzi alla Madonna, nella chiesa di Santa Chiara…
Milone
Che gli hai promesso?
Paolina
(quasi piangendo) Che non avrei detto mai niente di lui, mai niente, mai niente!..
Franz
(riponendo il registro nel cassetto del comptoir, ripete tra sè:) Sempre diciassette soldi mancano!
Milone
(a Paolina:) Ma tu lo sai come ti faccio parlare, io!
Paolina
(ribellandosi con audacia ingenua) Non parlo, no, no. Non parlo! Non parlo! Non parlo!
Milone
E va bene! Lo vedremo. (A Franz:) Sentite Franz, io vado per ora a pizzicarmi Pasquale Icardi. Quello là so dove trovarlo, e ho fretta. Voglio capitargli addosso prima dell'alba. Ma voi dovete farmi un favore.
Franz
Comandate.
Milone
Tenetevi questa vagabonda. All'alba, verrò a pigliarmela. Se adesso badassi a condurre lei all'ufficio, mi scapperebbe quell'altro. Con me, non ho che due uomini, e ho bisogno di tutti e due.
Franz
Vi siete manifestato perfettissimamente.
Emilia
(borbottando:) «Al Nuovo Egiziano: carceri per minorenni.»
Franz
(a Emilia:) Tu sei un'ignorante matricolata che non sai neppur qual'è la tua mano diritta.
Milone
Se poi la signora non vuole…
Franz
Non date retta. Per me, è sempre un onore bellissimo, per farvi capire, di essere il complice della giustizia. Andate a prendere il delinquente, chè qui garantisco io.
Milone
Chiudete bene la porta, vi raccomando. (Poi, a Paolina:) Tu, domani mattina, parlerai. Buon sonno a voi, signora Emilia. Grazie, caro Franz! (Gli stringe la mano.)
Franz
(cerimonioso, lo precede, e apre l'uscio) Oh, corpo del diavolo! Che ventaccio cane! E il cielo è tutto abbondantissimo di nuvole! (A Milone:) Voi non avete ombrello? Aspettate che vi do il mio.
Milone
No, no, sono abituato.
(Si ode sibilare il vento e si vede un po' lampeggiare.)
Franz
Lasciatevi servire. (Piglia l'ombrello che è appoggiato alla scaletta) Quando c'è la comodità!.. Ecco…
Milone
(prendendo l'ombrello) E allora accetto. Di nuovo, buon sonno, e grazie di tutto.
Franz
Buona fortuna a voi, e congratulazioni anticipate. (Chiudendo accuratamente con la chiave la porta di strada, sottovoce ammonisce Emilia:) Io non so che criterio hai nella tua testa di stoppa! Dovresti capire che per noi esercenti è una cosa stupendissima avere amicizia con quel briccone. Quando imparerai a vivere una buona volta nella civiltà? (Si caccia la chiave in saccoccia. Indi, a Paolina:) A te, canaglietta: (toglie il sediolino di su la pedana) se hai sonno, puoi stenderti qua. Per legge e regola, la carità prima di tutto.
Paolina
Io non ho sonno.
Franz
Crepa. (Smorza l'ultimo lume a gas; smorza anche uno dei due mozziconi di steariche, e prende l'altro.) Questa è la gratitudine! Staresti meglio sotto la pioggia a quest'ora? Ma domani viene la grandine! (Le si accosta e le grida in tono di comando:) Mettiti là seduta e non ti muovere.
Paolina
(obbedisce e si accoccola sulla pedana.)
Franz
(cominciando a salire la scaletta, a Emilia che è rimasta giù colle braccia piegate:) Andiamo. Monta. A chi pensi? A Luigi Cardone?
Emilia
(cinicamente, seguendolo) Non mi piace Luigi Cardone.
Franz
E chi è che ti piace?
Emilia
Vorresti pure che te lo dicessi?
Franz
Buffona!
(Spariscono nel soffitto. Le loro voci si allontanano. Le ombre s'allargano dense.)
Emilia
Sì, sì, continua a seccarmi tu e vedrai!
Franz
Mi fai ridere!
Emilia
Aspetta ancora per ridere.
Franz
Buffona! Buffonissima!